Al giorno d’oggi, immersi in una società in continua evoluzione, è necessario che i nostri studenti posseggano un atteggiamento di apertura alle novità, all’apprendimento continuo e che, soprattutto, siano autonomi: insomma, le conoscenze mnemoniche, le formule e le nozioni acquisite ed esplicate al fine del bel voto a scuola non bastano più se ciò che si è appreso non trova un riscontro pratico nella vita quotidiana, reale.
Il ruolo della scuola, quindi, è quello di stimolare l’acquisizione di competenze, ovvero quelle abilità, conoscenze appropriate al contesto, attraverso un “nuovo” stile di insegnamento non più nozionistico ma strettamente legato al concetto di “fare scuola” che vede il mutamento dell’alunno da soggetto passivo ad attivo nel suo processo di apprendimento, ritenuto adeguato al fine dell’inserimento nella società adulta.
Ma da dove partire?
Sembra scontato a dirsi, ma ciò che a incipit deve essere adeguatamente progettato è l’ambiente di apprendimento, all’interno del quale gli studenti portano avanti ricerche, indagano, individuano e risolvono problemi, gestendoli secondo un approccio cooperativo per poi valutare il loro operato. Quest’ultimo è incentrato anche sulla predisposizione e attuazione di Unità Di Apprendimento (UDA), di cui tratteremo la sua struttura specifica più avanti: attività (individuali o collaborative) che hanno come focus il miglioramento di abilità e conoscenze pregresse – attraverso la loro attuazione - ma con lo scopo di acquisirne di nuove. L’azione e la contestualizzazione di problemi reali, che prevedono la messa in atto di risorse personali per analizzarli e risolverli in autonomia e responsabilità, sono il motore delle UDA che permettono, così, l’apprendimento significativo dell’alunno. In relazione a ciò anche la valutazione assume una valenza educativa, autovalutativa e autentica poiché si focalizza non tanto su quanto realizzato ma sui processi attivati per realizzarlo.
La didattica per competenze permette a ciascun studente di apprendere nel modo, tempo, spazio a lui più confacente e permette, altresì, di mettere in gioco le caratteristiche e i punti di forza di ognuno, valorizzando le eccellenze e facendo sì che anche gli alunni più fragili possano sperimentare il successo (formativo e non).
Sembra, quindi, sovvertire – anzi, lo fa davvero! – le dinamiche educative, ambienti e ruoli. A proposito di ciò, infatti, non dimentichiamoci della figura del docente il quale diviene regista e facilitatore all’interno di questo nuovo contesto d’apprendimento/insegnamento, consolidando ulteriormente la loro responsabilità educativa: crescere cittadini autonomi e responsabili.
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