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Conguaglio fiscale, cos'è e come influisce sul tuo stipendio




Il conguaglio è una procedura molto importante nel sistema fiscale, che riguarda il calcolo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF). Questo processo si verifica alla fine dell’anno fiscale e serve a ponderare le tasse già pagate dal contribuente con quelle effettivamente dovute.


Durante l’anno ogni dipendente paga, attraverso trattenute sullo stipendio, un'imposta sul reddito. Queste trattenute sono calcolate tenendo conto di vari elementi, come l’aliquota fiscale applicabile, eventuali detrazioni e deduzioni per carichi di famiglia, spese mediche, interessi sui mutui, ecc.


A fine anno, l’ente che eroga lo stipendio procede a calcolare il conguaglio, che consiste nel confrontare la somma delle tasse già trattenute nel corso dell’anno con l’importo effettivamente dovuto, calcolato sulla base del reddito complessivo annuo del lavoratore dipendente. Se le trattenute risultano essere state superiori all’importo dovuto, il contribuente riceve un rimborso (conguaglio a credito). Se invece le trattenute sono state inferiori, il contribuente deve pagare la differenza (conguaglio a debito).


Il calcolo del conguaglio può essere influenzato da vari fattori, come cambiamenti nel reddito annuo, modifiche nelle detrazioni o nelle deduzioni, o aggiustamenti nelle aliquote fiscali, ma anche da altri fattori quali l’ottenimento di un secondo reddito o modifiche nella situazione personale o familiare (come un matrimonio, un divorzio, la nascita di un figlio).


Inoltre, nei calcoli di fine anno sono incluse anche le operazioni relative alla determinazione effettiva dei contribuenti che beneficiano del trattamento integrativo del reddito di 100 euro (Bonus Renzi). Il conguaglio di fine anno permette di determinare l’effettivo ammontare spettante in base ai redditi corrisposti nel corso dell’anno e chi risulterà non averne diritto per il superamento delle soglie di reddito, dovrà restituire la somma.


Nella maggior parte dei casi, per i lavoratori della scuola il mese di febbraio porta con sé un conguaglio che si traduce in debito. Uno dei fattori principali rimane l'applicazione delle nuove aliquote IRPEF, che prevedono una lieve riduzione solo per coloro che guadagnano più di 28.000 euro lordi annualmente. Per gli altri, le aliquote restano invariate, e anzi, per alcuni scattano le addizionali regionali e comunali. (Le nuove fasce saranno valide solo per il 2024. Il 23% si applica fino a 28.000 euro, da 28.000 a 50.000 il 35% e oltre 50.000 il 43%).


Infine, un fattore che riguarda solo il personale della scuola è l’indennità di vacanza contrattuale (IVC), prevista dal Contratto 2019/21. Questa indennità ha aumentato il reddito imponibile dei lavoratori della scuola e di conseguenza le imposte dovute.


I risultati ottenuti dalle operazioni di conguaglio devono poi tradursi nella documentazione che il sostituto di imposta (ossia il datore di lavoro) deve rilasciare al lavoratore. Il riferimento è alla Certificazione Unica. Questo documento deve riflettere gli esisti del conguaglio ed è propedeutica per capire se il contribuente ha, comunque, obblighi dichiarativi da assolvere. Nella Certificazione Unica il sostituto di imposta deve indicare i redditi erogati, le ritenute applicate, gli oneri deducibili e detraibili applicati. Il tutto, con i valori definitivi applicati in sede di conguaglio.


Come posso verificare che il conguaglio IRPEF sia corretto?


È consigliabile confrontare le informazioni riportate nella Certificazione Unica con i propri cedolini, per assicurarsi che tutti i redditi e le detrazioni siano correttamente rappresentati.


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